Il Ruché di Castagnole Monferrato
12 maggio 2017
Da Luigi Veronelli a Paolo Massobrio, le firme che hanno acceso i riflettori su questo vino
Del vitigno Ruché e delle sue origini non si conosce molto. Ciò che è certo è che sin dal Medioevo è stato coltivato sulle colline del Monferrato e in particolare nei dintorni di Castagnole, sua zona d’elezione. Il suo successo, invece, è indissolubilmente legato ad un nome, Don Giacomo Cauda, artefice della riscoperta di questo vitigno e dell’affermazione come vino di successo grazie alla sua “Vigna del Parroco”, riconosciuta come unico Cru del Ruché, oggi rilevata da Luca Ferraris, giovane produttore di Castagnole Monferrato.
Ciò che è certo è che il primo grande scopritore del Ruché è stato Luigi Veronelli che già negli anni ’60 ne scrive sul catalogo Bolaffi. Tuttavia la prima citazione in cui il Ruché viene associato a Don Cauda la si ritrova nel Catalogo dei vini d’Italia, del 1986 ed edito da Giorgio Mondadori, dove vi è una riproduzione dell’etichetta del Ruché del Parroco (Fonte: Archivio Luigi Veronelli).
Sempre in quell’anno, nel 1986, Paolo Massobrio, noto giornalista di settore, scrive, sotto lo pseudonimo di Aleramo d’Abazia, il suo primo articolo nella rivista “Vini” e dedica il pezzo al Ruché del Monferrato. Lo definisce come “una perla rimasta nascosta negli antichi “infernott” (cantinette) dei saggi viticoltori del Monferrato” ma di cui proprio in quegli anni “si è cominciato a parlare di questo magnifico vino che, per eleganza e finezza, si situa al fianco dei più nobili vini di questa terra”.
Il Ruché del Monferrato oggi
Nel corso di questo primo scorcio di terzo millennio si è assistito a una costante crescita delle superfici vitate. Nel 2016 risultavano 136 ettari coltivati (erano 103 nel 2011 e soltanto 10 nel 1988), 35 aziende e oltre 700.000 bottiglie prodotte contro le 499 mila del 2011. Il 35% del vino è esportato in tutto il mondo.
In particolare nel 2017 la Vigna del Parroco è stata acquistata da Luca Ferraris, titolare dell’azienda Ferraris Agricola e giovane imprenditore legato alla vigna e a questa terra da ben 4 generazioni grazie al quale questa storia straordinaria sta conoscendo una nuova stagione. Il progetto di Luca Ferraris è infatti quello fare della Vigna del Parroco il vino di punta dell’azienda e la bandiera del Ruché nel mondo. Con questo progetto Luca intende raccontare il valore inestimabile di questo storico e prezioso vigneto. Oggi infatti la “Vigna del Parroco” è l’unico CRU esistente riconosciuto dal Ministero. Vanta un posizionamento importante nel mercato mondiale. Tutte queste caratteristiche lo hanno soprannominato nella zona “il piccolo Barolo del Monferrato”.